La Riserva Naturale «Valli del Mincio»
La gestione
Gestione attiva dei canneti e dei cariceti
Progetto Life-Natura
La realizzazione del bosco delle cerchie
L'ampliamento dell'ontaneto di Monte Perego
La gestione futura
Gestione attiva dei canneti e dei cariceti
Per rivitalizzare l'attività di gestione dei canneti e dei cariceti in forme compatibili con l'ambiente, il Parco promuove e coordina dal 1997 il lavoro svolto dai proprietari, utilizzando i finanziamenti comunitari cosiddetti "agroambientali". Gli operatori agricoli hanno ripreso ad effettuare il taglio, la raccolta e la bruciatura invernale "a mosaico" dei canneti; nei cariceti si provvede a sfalciare e raccogliere tutta la vegetazione in gennaio, quando minimo è l'impatto sulle componenti naturali.
Sono state sperimentate, anche con finanziamenti Life-Natura, tecniche di taglio e raccolta della canna parzialmente meccanizzate.
Progetto Life-Natura 97/99
Grazie agli interventi del progetto Life-Natura, attuati dal Parco nel triennio 1997/99, consistenti in scavi ed asportazione di fanghi e vegetazione sia negli stagni che nei canali interrati, è stato ristabilito l'alto valore biologico e paesaggistico di questi ambienti. Il fondo dei canali è stato scavato, sia per accedere con i mezzi negli stagni, sia per favorire l'uso di questa "viabilità" da parte di chi ancora lavora nelle Valli agevolando così la ripresa delle attività tradizionali. Negli specchi d'acqua la quota di fondo è stata differenziata per ricreare una situazione di naturalità tale da favorire la ricrescita della vegetazione acquatica in un ambiente diversificato.
Nell'ambito del progetto Life-Natura la superficie invasa dal loto è stata ridotta da 450 a soli 100 ettari, mantenuti nelle località di Grazie ed Angeli per l'elevato valore ornamentale della pianta e per conservare la memoria storica della sua introduzione. L'eliminazione di questa specie infestante è stata attuata con sfalci delle foglie in fase di crescita ripetuti più volte durante la stagione vegetativa e con asportazione diretta delle parti sommerse ai bordi dei canneti.
Questi interventi, molto efficaci e risolutivi, hanno creato le condizioni per la ricomparsa della vegetazione naturale idonea a costituire alimento e protezione per la fauna presente.
Il Parco ha acquisito una grande prateria a carice, situata sulla sponda sinistra del fiume Mincio. Questo lembo di prateria umida, di notevole valore naturalistico e relittuale, sarà in questo modo salvaguardato da possibili tentativi di bonifica. Obiettivo del Parco è inoltre permettere una fruizione controllata a scopo di conoscenza e divulgazione della notevole biodiversità dell'habitat rappresentato.
La realizzazione del bosco delle Cerchie
Una lunga porzione della scarpata che delimita a sud la palude, poco a valle dell'abitato di Grazie, è stata rimboschita dal Parco nel 1988, per dare origine ad una fascia protettiva tra i campi coltivati e la valle. Nelle fasce pianeggianti e umide che confinano con il canneto vegetano farnie, ontani, frassini, olmi e salici, mentre aceri campestri, bagolari e ornielli hanno trovato posto sulla scarpata ghiaiosa e arida; un sentiero pedonale, accessibile dalla valle, consente una piacevole passeggiata e l'avvistamento degli animali che vivono nel bosco e nella palude antistante.
In prossimità dell'abitato di Rivalta, in località Monte Perego, ai piedi di un piccolo dosso fluviale che dà il nome al luogo, si può osservare uno degli ultimi boschi di ontano nero della Pianura Padana. La struttura e la composizione del bosco, semplificate a causa delle utilizzazioni passate e delle ridotte dimensioni (circa un ettaro), sono state migliorate in seguito agli interventi condotti dal Parco a partire dall'anno 1994; attualmente il bosco si sviluppa per circa 5 ettari attorno al nucleo originario e la varietà floristica è stata arricchita con pioppi bianchi e neri, olmi, salici, querce, frassini e numerose specie di arbusti igrofili.
La gestione futura
La conservazione delle Valli è legata innanzitutto al rispetto del cosiddetto minimo deflusso costante vitale, cioè la quantità d'acqua minima che deve essere riservata al fiume per le esigenze ambientali; lo scarso ricambio e le basse quote sono infatti i principali fattori di rischio per la sopravvivenza della palude. Il Parco dovrà quindi esercitare un'azione costante perché siano garantite le dotazioni minime necessarie per il fiume.
Per ridurre l'inquinamento diffuso di origine agricola il Parco ha già cominciato a stipulare accordi di gestione con le aziende agricole per impostare metodi razionali di concimazione e irrigazione e per realizzare buffer-zone (fasce boscate filtro) interposte tra i campi e la palude.
Sistemi combinati di taglio meccanizzato della canna e del carice, pascolo semibrado di cavalli, incentivi alla coltivazione del canneto, utilizzo delle biomasse come fonti energetiche e compost, promozione dei prodotti tipici della palude: questi saranno in futuro gli strumenti indispensabili per il controllo dell'evoluzione e la conservazione della palude.
(Estratto dall'opuscolo "Le Valli del Mincio",
testi di Marcella Ghidoni, Cesare Martignoni, Susanna Perlini,
Parco del Mincio - marzo 2000)
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