La Riserva Naturale «Valli del Mincio»
I mestieri del fiume
La vita quotidiana dei paesi che si affacciano alle Valli del
Mincio, specialmente Rivalta e Grazie, è sempre stata legata ad
alcune professioni tipicamente del fiume.
Il Mincio ha sempre rappresentato per gli abitanti di questi paesi una
fonte di sostentamento e di vita, e anche nei momenti più difficili
la gente ha potuto fare affidamento sul fiume.
E proprio dal fiume e dai suoi prodotti nascono
i mestieri caratteristici di queste zone. L'attività prevalente
è sempre stata la pesca; il Mincio, un tempo molto ricco di fauna
ittica, garantiva costante rifornimento permettendo anche lo sviluppo
della cucina basata su specialità tipiche.
Naturalmente
per recarsi sul fiume a pescare occorreva chi costruisse e riparasse le
imbarcazioni: a tutto ciò provvedeva il "galafàs",
il calafato costruttore di barche
e maestro d'ascia.
Tra gli strumenti per la pesca c'erano invece i "bartavèi", reti
coniche di filo, a più strati di tensione per imprigionare i malcapitati
pesci.
Dalla
valle del Mincio si ricavavano invece le canne palustri, raccolte e lavorate
dai "canaröi" per trasformarle in "arèli",
graticci utilizzati per soffittature o come tettoie frangisole. I "carser" erano invece i raccoglitori di carice, erba palustre utilizzata per impagliare
le sedie e per il rivestimento di fiaschi e damigiane.
Questi mestieri stanno lentamente scomparendo,
portandosi via parte di storia e di cultura locale.
Torna all'elenco delle schede sulle "Valli del Mincio"
(85953 letture | Invia) |